ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DI MATERA e COLLEGIO DEI PERITI AGRARI: necessario valorizzare i professionisti che operano in Agricoltura per contribuire a superare la crisi.
Gli ultimi incontri susseguitisi per cercare di individuare soluzioni alla “crisi” che riguarda il settore agricolo e la necessità che ha spinto gli agricoltori ad allontanarsi dai campi per manifestare il proprio dissenso rispetto alle recenti scelte politiche che riguardano l’agricoltura, lasciano un’ampia riflessione anche nella categoria dei Professionisti che operano a supporto dell’agricoltura. Insieme all’Agricoltura, affermano congiuntamente Carmine Cocca Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Matera ed Emanuele Genchi Presidente del Collegio dei Periti Agrari di Matera, muore anche un prezioso lavoro professionale che è stato in passato egregiamente svolto a favore del territorio. Infatti, in molteplici occasioni, i Dottori Agronomi e Forestali hanno segnato l’economia di zone difficili, quali quelle collinari della provincia di Matera, e realtà fertili quali quelli del metapontino. Oggi, insieme alla crisi dell’agricoltura, sembra profilarsi una crisi della Professione che, anche alla luce di un apparato burocratico non sempre all’altezza delle aspettative, si trova a dover rincorrere difficoltà di ogni genere che portano a non essere pronti a rispondere alla richiesta di progetti da parte del territorio. È una situazione difficile, affermano Cocca e Genchi, che merita riflessione da parte di tutto il mondo agricolo, professionisti compresi. Serve un’azione che porti Dottori Agronomi e Forestali e Periti Agrari a diventare nuovamente il valore aggiunto per un territorio che vive una crisi generazionale, sociale e economica che non permette di penetrare in maniera degna sui mercati. La necessità di includere nei tavoli di confronto gli Ordini ed i Collegi Professionali che operano in agricoltura potrebbe, forse, contribuire anche a far capire perché esistono alcune difficoltà che non permettono di assicurare nessuna guida agli imprenditori agricoli che vivevano, ed oggi sopravvivono, sul territorio. Così, forse, si contribuirà a salvaguardare lo spopolamento che attanaglia i paesi lucani dell’entroterra e si manterrà alta quella dignità professionale che deve essere propria anche di coloro i quali operano in agricoltura.
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