domenica 20 settembre 2009

















Navi dei veleni
Legambiente incontra il Procuratore di Paola (Cosenza) e anticipa la costituzione di Parte Civile nel procedimento.


La situazione grave e inquietante. Politica e Servizi chiamati a chiarire responsabilità e omissioni. Le parole del pentito di mafia confermano la gravità di una situazione di illegalità diffusa e pericolosa, favorita da connivenze e omissioni anche nelle alte sfere. Lo Stato deve dare un chiaro segnale e dimostrare di voler raggiungere finalmente la verità sugli inquietanti scenari che contornano il traffico illegale dei rifiuti tossici.
Dalla misteriosa morte del capitano di Corvetta Natale De Grazia alle numerose indagini bloccate o depistate, è ora di chiarire tutte le vicende legate al traffico dei rifiuti, da tempo denunciate da Legambiente ma anche da Wwf e Greenpeace e sostenute anche dalla Direzione Investigativa Antimafia sin dal 2001.
Così interviene Legambiente da Paola (Cosenza) dove con una delegazione dell’associazione ambientalista e del Comitato per la verità sulle navi dei veleni (era presente anche Pietro Fedeli, membro della segreteria regionale dell’associazione e Direttore dell’Osservatorio Ambiente e legalità della Regione Basilicata), ha incontrato il procuratore Bruno Giordano per consegnare documenti e dossier elaborati dall’associazione negli ultimi 15 anni. Il rischio da scongiurare ora, secondo Legambiente, è che tutta questa enorme vicenda venga sminuita e ridotta a problema di tipo meramente ambientale, che sarebbe comunque grave, ma che invece in questo caso rappresenta ben di più. Politica e Servizi segreti sono chiaramente coinvolti e quindi chiamati a chiarire senza indugi il proprio ruolo.
Legambiente intanto ha anticipato al procuratore di Paola la costituzione di Parte Civile nel procedimento sulle navi dei veleni.
A muovere l'azione della Legambiente oggi è la consapevolezza che negli ultimi quindici anni la ricerca della verità è stata interrotta più volte, anche in maniera brutale, com’è avvenuto con la morte del capitano di corvetta Natale De Grazia. Ma anche questa ennesima inchiesta della Procura di Paola è a rischio, nonostante i riscontri già ottenuti. Ci vuole poco, infatti, per impedire che le indagini vadano fino in fondo: basta negare uomini e risorse, attendere che l’attenzione dei media si affievolisca, insinuare che si tratta di teoremi. Non è scontato, insomma, che venga fatta finalmente chiarezza su una delle pagine più inquietanti della storia delle ecomafie. Non si tratta solo di una nave affondata e del suo contenuto avvelenato: intorno ai traffici e agli smaltimenti illeciti di rifiuti pericolosi e radioattivi sì è consumato un vero e proprio intrigo, che ha visto coinvolti anche imprenditori e rappresentanti delle istituzioni.

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