
LA RECESSIONE COLPISCE SEMPRE PIù LE FAMIGLIE ITALIANE
di Giuseppe coniglio
MATERA- La crisi economica costringe le famiglie a risparmiare sempre di più mentre emerge il disaccordo sull’educazione dei figli che mostrano maggiore insicurezza verso il mondo esterno. è il profilo delle giovani famiglie italiane emerso da una indagine dell’Iref, l’istituto di ricerca delle Acli nell’ambito di un progetto di ricerca promosso dal Patronato Acli, dal Caf Acli e dalla Caritas. “La ricerca, -spiega il presidente Acli di Matera Mimmo Corrado- che si propone di ricostruire l'Agenda delle Famiglie nel nostro paese, in un periodo particolarmente difficile, verrà ripetuta per tre volte nel corso del 2009, su un campione statisticamente rappresentativo delle diverse tipologie dei nuclei familiari.” I risultati della prima rilevazione, condotta su 1660 famiglie nel periodo 29 aprile-15 maggio 2009, verranno presentati nelle prossime settimane e si riferiscono in particolare alla situazione delle famiglie con figli fino a dodici anni (ossia il 20,5% delle famiglie intervistate). è emerso fra l’altro che nel 18,3% dei casi (una coppia su cinque) l’educazione dei figli è il principale pomo della discordia. “Altri aspetti, seppur rilevanti, -aggiunge Corrado- generano minore conflittualità: le scelte economiche (come spendere i soldi 10,4%); la divisione del lavoro domestico (10,3%); se la donna deve lavorare o meno (7,8%); la decisione di avere altri figli (7,6%); la mancanza di dialogo (5,6%). L’evidente recessione la si rileva dalla contrazione dei consumi: il 52,5% ha risparmiato sulla spesa alimentare; il 57,5% sull’abbigliamento; il 57,4% sui viaggi ed il 49% sugli svaghi.” Una crisi dunque che ha modificato gli stili di vita: poco meno di due terzi delle famiglie, negli ultimi tre mesi, ha acquistato prodotti a basso costo (63,4%); il 38,3% ha rinunciato ad un bene di consumo; il 37,5% ha risparmiato sulla cura della persona; più di un quinto (22,2%) è stato attento ai consumi delle utenze domestiche. Secondo i dati dell’indagine, il 72,6% delle famiglie si sente al sicuro solo in casa propria, mentre il 7,4% afferma di non sentirsi sicuro né in casa né fuori di essa. Al di là di questa forma di disorientamento, si fa largo la consapevolezza che si può fare affidamento sui principali attori istituzionali: il 35,6% si rivolgerebbe alla parrocchia; il 29,9% ai servizi sociali; il 15,5% alle associazioni di volontariato. Circa il bisogno di socializzazione il presidente Corrado sottolinea che è molto importante costruire spazi adatti per “aiutare le famiglie a uscire dalle proprie case superando il senso di insicurezza e disorientamento”.
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